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Attraversando il ponte della vita
La mostra personale “Attraversando il ponte della vita” è un invito ad esplorare il cuore creativo dell’artista, a coglierne i gesti, le sfumature, le suggestioni, svelando la dimensione più autentica delle sue opere.
ATTRAVERSANDO
IL PONTE DELLA VITA
21-26 OTTOBRE
Piazzale Porta Pia 116
Vernissage
Lunedì 21 Ott 2024 | 19:00-21:00
BORDER CROSSING HYPOTHESIS
21-26 OTTOBRE
Centro Culturale Egiziano
Via delle terme di Traiano 13 - ROMA
Vernissage
Martedì 22 Ott 2024 | 18:00-21:00
TITTI FARANDA
24-26 OTTOBRE
Palazzo Ripetta
Via di Ripetta 231 - ROMA
Vernissage
Sabato 26 Ott 2024 | 19:00-21:00
Evento su invito
Gli articoli dedicati all'esposizione "Attraversando il ponte della vita"
Titti Faranda nasce a Capo d’Orlando (ME) sulle sponde del Tirreno, dove la sottile linea dell’orizzonte separa, quasi impercettibilmente, il turchese del mare e l’azzurro del cielo. Nel 1989 si trasferisce a Roma, che diventa la sua città adottiva e la sua seconda fonte d’ispirazione. Di professione avvocato, coltiva fin da giovane la passione per l’arte contemporanea, maturando nel corso del tempo il desiderio di varcare la soglia che divide la sfera della fruizione da quella della creazione. Dopo diversi anni di sperimentazioni e ricerche, condotte con discrezione e note solo a una piccola schiera di amici e conoscenti, oggi Titti con la mostra personale “Fil Rouge” esce allo scoperto compiendo il suo esordio artistico.
2-8 Ottobre 2022
Nel centenario della nascita di
Pier Paolo Pasolini (1922-1975), la cui morte rimane tutt’oggi un intricato enigma, una matassa senza bandolo,
Titti Faranda esordisce con la mostra personale “Fil Rouge” che si configura, da una parte, come un sentito omaggio a questa eclettica personalità della cultura italiana, dall’altra, come la presentazione della sua prima produzione artistica realizzata nel corso degli ultimi dieci anni. Il linguaggio artistico di
Titti Faranda si basa sul principio del
Assisted ready-made dadaista, che consiste nella combinazione di più oggetti che, perdendo il loro valore d’uso quotidiano, si trasformano in un’opera d’arte esprimente un concetto. La maggior parte degli elementi che compongono i suoi ready-made sono vecchi oggetti sottratti allo smaltimento, che
riacquistano una nuova vita e un inedito significato grazie al processo artistico di “riciclo”. Il titolo della mostra, “Fil Rouge”, si riferisce al logico filo conduttore che unisce la produzione concettuale di Faranda, capace di esprimere in modo chiaro e mai confuso riflessioni su importanti temi legati all’attualità e all’esistenza.
Roma oggi (2016) è una considerazione dolceamara, condita di ironia, sulla caotica vita nella capitale: in un cestino della spazzatura, ricolmo di palline da ping-pong e decorato con frecce che indicano le più disparate direzioni, fanno capolino le gambe di un manichino e una lampadina. La frenesia della vita romana che, ci spinge e respinge da un luogo a un altro della città come fossimo palline da ping-pong, costringendoci a superare ostacoli fisici e mentali, richiede pazienza o meglio una buona idea (simboleggiata dalla lampadina) per essere vissuta con serenità. Titti Faranda ci offre la sua risposta: la migliore medicina è l’arte.
Immigrazione (2019) propone, invece, una pungente riflessione sul dramma dei “viaggi della speranza” intrapresi dai profughi dalle coste del Nord Africa verso la Sicilia. Nel gommone, formato da una rete e tubi metallici, vi sono delle braccia di manichini che simboleggiano le bracciate sferzate nell’acqua dai migranti quando, come purtroppo spesso capita, le imbarcazioni stracolme si ribaltano nella notte. Il bilancio è indicato dalle corde bianche e nere legate alla rete: qualcuno ce la fa, qualcun altro viene inghiottito dalle onde gelide del mare. L’artista con quest’opera grida con forza una domanda: è possibile che ai confini del mondo occidentale, progressista e culla dei diritti dell’uomo vi sia ancora qualcuno che debba lottare per sopravvivere? Viene in mente una celebre frase di Antonio Gramsci: “Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”.
Ci soffermiamo infine su Nuvole (2020), opera di particolare interesse poiché affronta il tema della pandemia di Covid-19. Sullo sfondo di un cielo nuvoloso sono tesi dei fili, alcuni dei quali presentano piccole figure bianche. L’opera si presta a una duplice interpretazione. La prima riguarda il desiderio di evasione nella sfera dei sogni, che molti di noi hanno provato quando, rinchiusi in casa per via del lockdown, hanno cercato di sfuggire all’incubo -purtroppo avveratosi- della diffusione del Covid-19. Una seconda lettura concerne invece la precarietà esistenziale, la sensazione di “vita appesa a un filo”, esperita da ciascuno di noi nel momento più buio della pandemia. In questo caso, l’assenza degli omini bianchi su alcuni fili rappresenterebbe la salita al cielo di tutti coloro che si sono ammalati e non sono riusciti a sconfiggere il virus.
Concludiamo salutando calorosamente quest’esordio di Titti Faranda, che si rivela essere un’artista profonda e coerente, convinti che nel proseguo del suo cammino artistico sarà sempre in grado di offrirci la sua acuta lettura della società contemporanea.
Giovanni Argan
ECHI PASOLINIANI
"FIL ROUGE"
TEATRO PALLADIUM
P.zza Bartolomeo Romano, 8
ROMA - Garbatella
INGRESSO LIBERO
A Roma espone Titti Faranda con ‘Fil Rouge’, Echi Pasoliniani
Mostre: A Roma espone l’orlandina Titti Faranda con “Fil Rouge”, echi pasoliniani
A Roma espone Titti Faranda con ‘Fil Rouge’, Echi Pasoliniani
Una mostra che è l’esordio artistico dell’avvocatessa orlandina
Il Teatro ospiterà dal 2 all’8 ott. Echi pasoliniani, istallazioni di Titti Faranda.
L’Orlandina Titti Faranda in mostra a Roma con la sua prima personale di arte contemporanea “Fil Rouge”
A Roma espone Titti Faranda con ‘Fil Rouge’, Echi Pasoliniani
A Roma espone Titti Faranda con Fil Rouge, Echi Pasoliniani
A Roma espone Titti Faranda con ‘Fil Rouge’, Echi Pasoliniani
Una mostra che è l’esordio artistico dell’avvocatessa orlandina
Invito al concerto
Pasolini e musica al Teatro Palladium
LE OPERE DI TITTI FARANDA TRA CAPO D’ORLANDO E PASOLINI
Intervista Radio Doc (4 Ottobre 2022)
Intervista della REA di Fabrizio Abate
Dentro la notizia: l'approfondimento delle 100 radio e TV Made in Italy
TEATRO PALLADIUM
P.zza Bartolomeo Romano, 8
ROMA - Garbatella
INGRESSO LIBERO
Il 2 Ottobre al teatro palladium dell'Università di Roma Tre una serata Concerto dedicata alla passione per la musica di Pier PAolo Pasolini e alle colonne sonore dei suoi film.
La pianista di fama internazionale Cristiana Pegoraro, fondatrice e direttrice del Namia Festival, eseguirà brani di Bach, Beethoven, Chopin, Morricone, Mozart, Vivaldi... illustrati da immagini e video del fotografo Mino La Franca. L'attrice shakespeariana Melania Giglio, invece, leggerà il Varzer della toppa, Cristo al Mandrione, e altri testi di canzoni scritti da Pasolini per Laura Betti.
Con Silvana Cirillo parlerà dell'importanza della musica nella vita e nel cinema di Pasolini il critico cinematografico Piero Spila.
Promotori del progetto Pasolini: Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Dipartimento Lettere e Culture moderne, Facoltà Lettere e Filosofia, "Sapienza" Università di Roma; col patrocinio e il contributo di Roma Municipio II; col patrocinio della fondazione Sapienza, "Sapienza" Università di Roma;
In collaborazione con la FUIS (Federazione Unitaria Italiani Scrittori), in collaborazione col CEMI (Centro Musicale Internazionale).
L'evento PASOLINI E LA MUSICA è una produzione della Fondazione Università degli studi Roma tre Teatro Palladium, Presidente Prof. Luca Aversano.
Il Teatro ospiterà dal 2 all'8 Ottobre: Echi Pasoliniani, installazioni di Titti Faranda.
Consulenza artistica di Claudio Crescentini.
Alì dagli Occhi Azzurri
uno dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi
a vela e a remi. Saranno
con lui migliaia di uomini
coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci,
asiatici, e di camice americane.
Subito i Calabresi diranno,
come malandrini a malandrini:
"Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e formaggio!"
Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nelle Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col germe della Storia Antica,
voleranno davanti alle willaye.
Essi sempre umili
Essi sempre deboli
essi sempre timidi
essi sempre infimi
essi sempre colpevoli
essi sempre sudditi
essi sempre piccoli,
essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare,
essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi
in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,
essi che si costruirono
leggi fuori dalla legge,
essi che si adattarono
a un mondo sotto il mondo
essi che credettero
in un Dio servo di Dio,
essi che cantavano
ai massacri dei re,
essi che ballavano
alle guerre borghesi,
essi che pregavano
alle lotte operaie...
... deponendo l'onestà
delle religioni contadine,
dimenticando l'onore
della malavita,
tradendo il candore
dei popoli barbari,
dietro ai loro Alì
dagli occhi azzurri — usciranno da sotto la terra per uccidere —
usciranno dal fondo del mare per aggredire — scenderanno
dall'alto del cielo per derubare — e prima di giungere a Parigi
per insegnare la gioia di vivere,
prima di giungere a Londra
per insegnare ad essere liberi,
prima di giungere a New York,
per insegnare come si è fratelli
— distruggeranno Roma
e sulle sue rovine
deporranno il germe
della Storia Antica.
Poi col Papa e ogni sacramento
andranno su come zingari
verso nord-ovest
con le bandiere rosse
di Trotzky al vento...
Pier Paolo Pasolini
(in Poesia in forma di rosa, 1964)
Il 31 Maggio 1975, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna l'artista Fabio Mauri proiettò su una camicia bianca indossata da Pasolini il suo film "Il Vangelo secondo Matteo".
"Io lancio un raggio di luce, che è al tempo stesso un pensiero, la costruzione di un pensiero, un film, su un ogetto qualsiasi o su una persona che diventa schermo, e l'immagine, anzichè ritornare nella sua stesura come era stata concepita, si plasticizza sull'oggetto o persona, e da ciò scaturisce un terzo senso" Fabio Mauri.
Ispirata a questo evento l'installazione di "Enigma" dell'artista
Titti Faranda.
Video "Pasolini. Inferno Roma" di Mino La Franca. Musica di Guido Gavazzi: